Tutti conoscono la paura del buio, la paura di volare, quella degli spazi aperti e degli spazi chiusi, la paura delle altezze, la paura dei ragni, la paura della morte. Sembra impensabile per molti che possa esistere anche la paura di un cibo. Eppure è così, per le persone che soffrono di un disturbo alimentare.
Se hai un disturbo alimentare vieni assalito dalla folle convinzione che se mangerai quel cibo che per te è fobico diventerai enorme, distorto, flaccido, deforme, peccatore, inetto, SPORCO.
Se hai un disturbo alimentare e ti trovi davanti ad un cibo fobico hai solo due alternative: rifiutarlo e fuggire o divorarne una quantità illimitata.
Scegliere di affrontare una riabilitazione nutrizionale per una persona che soffre di un disturbo alimentare è come scegliere di essere disposti a svegliarsi ogni mattina con la paura di morire. Eppure, ad un certo punto del disturbo, la riabilitazione nutrizionale (che includa la reintroduzione graduale dei cibi fobici) diventa una scelta obbligata. Recuperare peso continuando ad escludere i cibi fobici è una condizione deleteria. Riabilitare una persona che si è ammalata di un disturbo alimentare significa riabilitarla alla vita, in senso psichico, fisico e sociale. Se questo è vero non può esistere una riabilitazione nutrizionale che non tenga conto della reintroduzione della maggior parte degli alimenti. Fare le cose fatte male a volte è peggio che evitare di farle a priori.
Dott.ssa Eleonora Vinci Dietista Biologa Nutrizionista
![](https://www.eleonoravinci.it/wp-content/uploads/2024/06/IMG_8529-1024x576.jpeg)