“PER FAVORE, L’OLIO SI”
La logica che si nasconde dietro all’evitamento dell’olio e buoni motivi per reintrodurlo nella tua alimentazione durante il recovery
1.Dalla restrizione alla paura di perdere il controllo. Spesso chi ha un disturbo alimentare è spaventato dalla densità calorica degli alimenti (tante calorie in un volume ridotto). La ‘logica’ iniziale che porta ad escludere l’olio è: “Potrei utilizzare le calorie dell’olio per qualcosa di più voluminoso, che può essere masticato e che aumenti la durata del pasto. E poi per qualcosa che sia in grado di riempirmi, perché anche se sentirmi piena mi fa sentire enorme, ne ho bisogno, perché altrimenti avrò fame”. E qui nascono le prime contraddizioni.
La prima solitamente quelle calorie in più non arrivano comunque (ma non è detto).
La seconda è che nonostante tu sia terrorizzata dal cibo e vorresti continuare a restringere, ti accorgi che vivi la giornata aspettando i pasti, dipendendo dalla negazione del cibo ma anche dalla sua bramosia. E allora no, “L’olio no, perché ho bisogno di mangiare ma non voglio assumere calorie”. Il disturbo alimentare comincia a virare: arriva la paura di perdere il controllo.
2.L’esperienza sociale e il ritorno alla vita. Il disturbo alimentare ti ha rubato la vita e stai lottando per riprendertela tutta. Questo significa che la tua alimentazione dovrà essere compatibile con l’esperienza sociale. Se mantieni la fobia dell’olio questa non sarà possibile, perché l’olio è dappertutto. L’esperienza sociale rappresenta un fattore che può motivarti ad andare avanti (o a non tornare indietro), così da sperimentare i vantaggi che puoi trarre dal lasciare la malattia, quelli che fino ad ora avevi soltanto teorizzato.
Il disturbo alimentare è una rottura col mondo e con gli altri. Tutti abbiamo bisogno degli altri. L’olio è come gli altri.
Dott.ssa Eleonora Vinci Dietista Biologa Nutrizionista
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