È molto difficile per le persone che non soffrono o che non hanno sofferto di un disturbo alimentare capire quanto è doloroso ed intenso il percorso di cura. Abbandonare il disturbo alimentare significa essere pronti a rinunciare all’unica cosa che in qualche modo – non importa quanto perverso esso sia – ti ha permesso di sopravvivere in un mondo in cui da anni non riuscivi a stare, perché in quel mondo eri sempre troppo, oppure troppo poco. Significa lasciare che ti venga strappata via quella cosa per la quale hai rinunciato a tutto e a tutti, a cui avevi dedicato cuore e carne per un tempo indefinito ed incontaminato e che adesso è rimasta la sola e l’unica radice che ti tiene ancorato ad un terreno sterile e scialbo. Abbandonare il disturbo alimentare significa scegliere di gettarsi assecondando la propria non-volontà giù da un dirupo, senza sapere se questo sia finito oppure senza fondo. Significa accettare che non solo esistono l’incertezza e l’alternativa, ma che esistono e che sono necessarie. Abbandonare il disturbo alimentare significa scegliere di morire e poi rinascere con la consapevolezza di dover ri-cominciare a vivere, e di doverlo fare in un modo totalmente diverso dall’unico che si conosceva, un modo diverso e nuovo, aleatorio e precario.
Dottoressa Eleonora Vinci
Dietista Biologa Nutrizionista
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