La legislazione alimentare ha fatto molti progressi attraverso l’introduzione del Regolamento comunitario 1169/2011, che vincola i produttori a conformarsi alle nuove regole circa l’etichettatura degli alimenti. Paradossalmente, come spesso accade nel marketing, ciò che dovrebbe agevolare e orientare il consumatore ad una spesa più consapevole, può rivelarsi uno strumento ancor più fuorviante e deleterio.

Andiamo per gradi: cosa dice il regolamento? Quali oneri deve assolvere il produttore?

Secondo il regolamento le informazioni obbligatorie sono:

  1. Marca, denominazione di vendita (nome che identifica il prodotto), sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento, luogo di origine o di provenienza del prodotto
  2. Elenco degli ingredienti, in ordine decrescente di quantità  
  3. Termine minimo di conservazione (‘da consumarsi preferibilmente entro’) e, nel caso di prodotti molto deperibili, data di scadenza (‘da consumarsi entro’)
  4. Quantità netta del prodotto (cioè senza il peso della confezione), e nei prodotti conservati in un liquido il peso sgocciolato
  5. Partita (lotto), cioè l’insieme di tutte le confezioni di un determinato prodotto alimentare, prodotte, fabbricate o confezionate inelle stesse circostanze
  6. Modalità di conservazione e di utilizzazione
  7. Caratteristiche nutrizionali in forma di tabella
  8. Allergeni presenti, con carattere di stampa che ne evidenzi la visibilità

In linea teorica (sempre secondo il regolamento) l’etichetta dovrebbe essere chiara, leggibile, indelebile e non dovrebbe indurre in errore il consumatore, attribuire proprietà di guarigione e/o prevenzione delle malattie.

La legge è un elemento imprescindibile perché pone regole e limiti, ma è un’arma a doppio taglio: se da un lato si pone come strumento di ausilio, dall’altro può servire ad eludere certi vincoli aggirando alcune norme imposte dalla legislazione stessa, in un’ottica di business e marketing. Parliamo di startegie di mercato. Per esempio, molto spesso troviamo diciture come: “senza…” (es. glutine, lattosio, grassi idrogenati, grassi e/o zuccheri aggiunti, olio di palma, ecc.) oppure “con…” (es. omega-3, proteine, fibre, farina integrale, sostanza indefinita che il consumatore medio non conosce, ecc.). Non si tratta di frodi: ciò che viene scritto è necessariamente vero. Tuttavia può persuadere il cliente nella sua scelta, mistificando la sua idea circa il prodotto stesso (che viene idealizzato come salubre, idoneo, in qualche modo come elemento positivo per la propria dieta). Ma il fatto che un prodotto non presenti olio di palma, per esempio, non significa che non presenti altri grassi aggiunti che, da un punto di vista energetico e/o biochimico, non presentano alcuna differenza rispetto all’olio di palma; oppure: il fatto che un biscotto o una merendina sia prodotta con farina integrale non cambia proprio niente rispetto al suo equivalente prodotto con farina 00 (tralasciando che il più delle volte la farina integrale viene aggiunta solo in percentuali esigue rispetto al tipo 00…). E così via.

I miei consigli di Dietista, Biologa Nutrizionista ed Eleonora:

  • presta attenzione sì al valore energetico e nutrizionale in generale (grassi, proteine, carboidrati e così via), ma non limitarti ad esso
  • controlla sempre la lista degli ingredienti, confrontala con quella di prodotti di altre marche che idealmente vengono considerate meno valide (peraltro spesso è proprio il brand che determina un incremento del prezzo): non sempre la scelta più costosa e/o diffusa sul mercato è la migliore. Tendenzialmente una lista povera di ingredienti è indicativa di un prodotto qualitativamente valido
  • fingiti un detective: indaga, ricerca, esplora, poniti il dubbio
  • quando ti dedichi alla ricerca, fai fede a fonti e informazioni scientificamente valide, basate sull’evidenza, siano esse proferite da specialisti competenti o da internet (per esempio puoi farti consigliare da chi è più esperto in materia di nutrizione quali siti web consultare)

Dott.ssa Vinci Eleonora Dietista Biologa Nutrizionista

Leggere le etichette nutrizionali: istruzioni per un uso consapevole

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